GlobTalk/Uomini e robot, espulsi dalla fabbrica. Ma per il robot riciclarsi è più facile…

 

Per un operaio anziano trovare un nuovo lavoro dopo avere perso il posto è un’impresa molto difficile. Per un vecchio operaio meccatronico, un robot industriale usato per intenderci, invece non c’è problema. Anzi c’è chi, non trovandone in Italia, li va a cercare fino in Giappone per poi ricollocarli in una nuova fabbrica. Il nostro consumo di automi continua a crescere. Nel 2007 le imprese italiane ne hanno comprati per 555 milioni di euro con un incremento rispetto al 2006 del 10% circa; ma queste cifre ufficiali non tengono conto delle centinaia di robot espulsi dalla fabbrica che, dopo un periodo di ricondizionamento e addestramento, trovano posto nelle nuove soluzioni robotizzate realizzate dai system integrator.

C’è una piccola azienda del settore, la Erregi 2 Industriale di Padova, che si è specializzata proprio in questa attività di outplacement. In un grande capannone ne ha accumulati oltre 800, tutti marchiati dai più famosi produttori internazionali, quali Kuka, ABB, Motoman, Fanuc, e per ricollocarli più in fretta a livello mondiale ha aperto anche un sito internet dedicato, www.robotusati.it.

 

Chi sono i nuovi datori di lavoro degli anziani operai meccatronici? In Italia sono soprattutto le piccole imprese e gli artigiani che investono su nuove isole di lavorazione, saldatura, assemblaggio, ma vogliono risparmiare sul costo dell’innovazione e con un robot usato riescono a ridurre la spesa complessiva.

Un automa con 10-15 anni di lavoro nei reparti di una grande azienda internazionale del settore auto, vale da 15mila a 30mila euro a seconda delle dimensioni e delle capacità, meno della metà di un corrispondente modello nuovo. Certo, avrà davanti a sé una vita meno lunga e andrà probabilmente soggetto ad acciacchi derivanti dall’usura, ma per una piccola impresa che vuole produrre di più spendendo meno e recuperando più velocemente il suo investimento, va benissimo. Prova ne sia che l’azienda padovana ne ha venduti 120 l’anno scorso e la domanda è in continua crescita.

 

Ma come è possibile che uno strumento hi tech come il robot sia così longevo in un mondo in cui i computer dopo solo due-tre anni sono già da buttare? La ragione di questa apparente contraddizione l’ha indicata chiaramente Bill Gates in un intervento sulla rivoluzione hi tech che ci attende pubblicato da Scientific America nel gennaio 2007 nel quale egli ha parlato degli attuali robot e dell’industria robotica paragonandoli ai mainframe e alla IBM degli anni 80.

Gli automi di oggi sono in pratica uguali a quelli di 20 anni fa e fanno quasi le stesse cose perché l’industria che li costruisce e gli utilizza, non si è data ancora una visione adeguata del loro sviluppo possibile. Senza una visione del futuro, lascia intendere il discorso di Bill Gates, il presente non cambia. Un presente in cui i vecchi robot trovano più facilmente lavoro perché sono chiamati a fare cose sempre uguali in fabbriche sempre uguali, e la loro carriera rischia di durare più a lungo di quella degli operai in carne ed ossa.

di Carlo Arcari

 

Tratto da “IlSole24ore” e pubblicato su jobtalk.blog.ilsole24ore.com/2008/02/04/globtalkuomini

 

articolo-IlSole24ore